Favole di marinai

Enrico Labriola,

VelieroC’era una vol­ta un basti­men­to cari­co cari­co di… con­tai­ner. Questa nave tut­ta ros­sa incro­cia­va al lar­go dell’Egitto, diret­ta da Genova al por­to di Alessandria. In una not­te di metà dicem­bre il capi­ta­no del­la nave, per scel­ta o per erro­re, deci­de di infi­lar­si in una tem­pe­sta con ven­to for­tis­si­mo, giu­sto a pochi chi­lo­me­tri dal­la costa egiziana.

Il basti­men­to di que­sta favo­la – per­ché di una favo­la stia­mo par­lan­do – bec­cheg­gia, vie­ne sbal­lot­ta­to dal­le onde, urta degli sco­gli, si incli­na e imbar­ca acqua. I 21 mari­nai a bor­do del­la nave lot­ta­no per sta­bi­liz­zar­la, ma alla fine cado­no in mare i con­tai­ner che ne ingom­bra­va­no la tol­da. Probabilmente tene­re impi­la­ti tut­ti quei con­tai­ner sul pon­te met­te­va a rischio le mano­vre: ecco per­ché i pesan­ti con­te­ni­to­ri sono sgan­cia­ti e fini­sco­no nel­le pro­fon­de acque del Mediterraneo orien­ta­le, a far com­pa­gnia ai pesci. Probabilmente.

L’armatore, dall’Italia, dice che nono­stan­te gli sca­to­lo­ni ros­si con­ten­ga­no ver­ni­ci, pit­tu­re, resi­na, inchio­stro da stam­pa, pneu­ma­ti­ci pres­su­riz­za­ti, alcol, pit­tu­re spe­cia­li, liqui­di infiam­ma­bi­li, sostan­ze chi­mi­che, chi­mi­ci far­ma­ceu­ti­ci, liqui­do cor­ro­si­vo e lac­ca, non c’è nes­sun rischio di un disa­stro eco­lo­gi­co. Ma dall’Egitto il recu­pe­ro del­la nave pro­ce­de a rilen­to: gli egi­zia­ni fan­no orec­chie da mer­can­te e non si fida­no, voglio­no lascia­re la nave a cavar­se­la col suo cari­co, alme­no fin­chè il recu­pe­ro non è age­vo­le. Forse san­no già la tra­ma di que­sta favo­la, simi­le a tan­te già sen­ti­te nei por­ti di tut­ta Europa.

E infat­ti, come da copio­ne, quan­do un rimor­chia­to­re arri­va nel­le acque tem­pe­sto­se in soc­cor­so del­la nave, sul pon­te non è rima­sto nes­sun con­tai­ner ros­so. L’unico cari­co che resta sono i lus­suo­si Suv con­te­nu­ti nel­la sua pan­cia ros­sa, squar­cia­ta dall’urto con una sec­ca (ben evi­den­te sul­le car­te nau­ti­che, come ben evi­den­te sui moni­tor era la tem­pe­sta di pochi gior­ni prima).

Sailor manGli egi­zia­ni accon­sen­to­no a far trai­na­re il nostro basti­men­to all’ingresso del por­to, ma non a far­lo attrac­ca­re. Forse voglio­no veri­fi­ca­re che non sia rima­sto nul­la dei con­te­ni­to­ri ros­si che era­no sul pon­te; o for­se dal­le mac­chi­ne lus­suo­se anco­ra nel­la sti­va si può trar­re qual­che cosa da riven­de­re nei mer­ca­ti di Alessandria. Alla fine, con­tro ogni aspet­ta­ti­va, la nave affon­da pro­prio davan­ti al por­to, a pochi metri dal­la sal­vez­za, sen­za nes­su­no a pian­ger­ne l’inabissamento. I 21 uomi­ni dell’equipaggio – tut­ti in sal­vo – tor­na­no in Italia sen­za por­si trop­pe domande.

Sarebbe inte­res­san­te sco­pri­re chi ave­va mes­so i con­tai­ner su quel­la nave e cosa con­te­nes­se­ro in real­tà… Come mol­te altre navi pri­ma di lei, for­se quel basti­men­to ros­so del 1977 non dove­va arri­va­re ad Alessandria d’Egitto, ma piut­to­sto fini­re la sua cor­sa nel­le fred­de acque egi­zia­ne, sen­za lascia­re trac­cia, insie­me al suo cari­co. Pazienza per la nave: l’assicurazione paghe­rà per la per­di­ta e nes­su­no si pren­de­rà la bri­ga di fare domande.

Come nes­su­na doman­da ver­rà posta alle indu­strie che pre­fe­ri­sco­no affon­da­re i loro rifiu­ti in mare, affi­dan­do­si alle mafie, piut­to­sto che rispet­ta­re i rego­la­men­ti e paga­re 5 o 10 vol­te in più. D’altronde ora la nave è scom­par­sa sot­to il mare e i gior­na­li non ne par­la­no più. Di quel basti­men­to, in fon­do, è meglio scor­dar­se­ne in fret­ta. Favole come que­ste si sen­to­no spes­so, nei rac­con­ti dei marinai.

Forse il basti­men­to ros­so non tra­spor­ta­va quel­lo che era dichia­ra­to sul­le car­te di tra­spor­to e for­se chi ave­va orga­niz­za­to il tra­spor­to non sta­va dal­la par­te “dei buo­ni”, in que­sta favo­la. Perché que­sta è una favo­la… o no?

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