Un programma elettorale che, nelle unioni civili, pone sullo stesso piano coppie omo ed eterosessuali. Dichiarazioni favorevoli alla fecondazione in vitro per le lesbiche e alla sensibilizzazione nelle scuole sulla parità tra coppie gay ed etero.
Pensando all’Italia verrebbe da dire «roba da Radicali o da Rifondazione Comunista!». Al contrario: il programma in questione è quello dei conservatori inglesi, mentre le affermazioni sono di David Cameron, attuale primo ministro britannico. Sono lontani i tempi in cui Margaret Thatcher proibiva a ogni istituzione pubblica di promuovere l’omosessualità: ora Cameron rivolge l’attenzione ai gay che condividono la politica del suo partito e offre loro un valido motivo per votarlo.
Che il nostro Paese sia lontano per cultura e tradizione dal mondo anglosassone non è una novità. Certo balza all’occhio l’abissale distanza dalla realtà politica del nostro Paese, dove certe proposte di legge proprio non passano. Né l’attuale maggioranza, né l’opposizione sembrano intenzionate a farsi carico di queste posizioni e non è difficile immaginarsi il motivo. Chi non ricorda il milione di persone del “Family Day” di qualche anno fa? Proporre un dibattito a Montecitorio su questi temi “scomodi” rischierebbe di far perdere ai partiti voti e credibilità; così anche il Pd, in generale favorevole alle posizioni sui diritti civili dei Tories, non si espone mai in modo netto sulla questione. Tutto ciò non fa che confermare il ruolo della Chiesa cattolica nel nostro Paese: l’istituzione che più di tutte impregna buona parte della cultura italiana e inevitabilmente ne condiziona anche la politica.