Un giorno importante

Alessandro Zanardi,

CostituzioneRiguardo alla recen­te sen­ten­za del­la Corte costi­tu­zio­na­le in meri­to al lodo Alfano saran­no scrit­te mol­te pagi­ne sui perio­di­ci nazio­na­li e le pole­mi­che si tra­sci­ne­ran­no per diver­si gior­ni. Nella baraon­da di que­ste pri­me ore, mi vie­ne spon­ta­neo fare un pas­so indie­tro e riflet­te­re su quan­to acca­du­to. Oggi è un gior­no mol­to impor­tan­te per l’Italia, per­ché si con­fer­ma la vali­di­tà di un idea­le alla base di ogni Stato di dirit­to. «Tutti i cit­ta­di­ni sono egua­li davan­ti alla leg­ge», art. 3 del­la Costituzione. Punto. Se le cose fos­se­ro anda­te diver­sa­men­te si sareb­be mes­so in discus­sio­ne un prin­ci­pio sacro intor­no a cui ruo­ta la giu­sti­zia, un valo­re per cui mol­te per­so­ne han­no dato la vita nel cor­so del­la sto­ria e per cui anco­ra si lot­ta in alcu­ne par­ti del mondo.

Attenzione, le mie paro­le non han­no alcun colo­re par­ti­ti­co. Non sto dicen­do da che par­te stia­no i buo­ni e chi sono i cat­ti­vi; vor­rei fare un ragio­na­men­to più ampio, per il resto cia­scu­no fac­cia le pro­prie valu­ta­zio­ni. Volendo svi­sce­ra­re il pro­ble­ma, con­si­de­ria­mo per un secon­do anche l’ipotesi che in un momen­to sto­ri­co pos­sa­no esi­ste­re dei giu­di­ci di par­te e che que­sti si orga­niz­zi­no con l’obiettivo ille­git­ti­mo di per­se­gui­ta­re un grup­po di pote­re. Il modo più cor­ret­to di risol­ve­re il pro­ble­ma non con­si­ste­reb­be nel sol­le­va­re le per­so­ne per­se­gui­ta­te dal rispet­to del­la leg­ge. Sarebbe dove­ro­so inve­ce pren­de­re prov­ve­di­men­ti nei con­fron­ti dei giu­di­ci scor­ret­ti, dopo aver dimo­stra­to nei fat­ti che il loro com­por­ta­men­to è tale.

Tutto que­sto è già pre­vi­sto all’interno del nostro ordi­na­men­to. Tramite il Consiglio supe­rio­re del­la magi­stra­tu­ra, che non è un distac­ca­men­to ex-sovie­ti­co di sini­stra sov­ver­si­va, ma un serio orga­ni­smo indi­pen­den­te di con­trol­lo. Le dichia­ra­zio­ni rila­scia­te da entram­bi gli schie­ra­men­ti pri­ma e dopo la sen­ten­za la dico­no lun­ga inve­ce sul­lo sta­to in cui ver­sa la nostra clas­se politica.

Bossi ha minac­cia­to la «rivo­lu­zio­ne dei Galli». Ghedini e Pecorella han­no par­la­to di «pri­mus super pares», dicen­do che «la leg­ge è ugua­le per tut­ti ma non sem­pre lo è la sua appli­ca­zio­ne» (ci ren­dia­mo con­to?), soste­nen­do che uno stru­men­to come il lodo Alfano è «pre­sen­te in qua­si tut­ti i Paesi d’Europa». Berlusconi ha dichia­ra­to di «ave­re il sup­por­to del 70% degli ita­lia­ni» (alle ulti­me ele­zio­ni poli­ti­che era­no cir­ca il 47% – ndr), aggiun­gen­do che «il 72% del­la stam­pa ita­lia­na è di sini­stra» (ma come, “Panorama” e “Il Giornale” sono di sua diret­ta pro­prie­tà, “Libero”, “Il Messaggero”, “La Stampa” e “Avvenire” non li defi­ni­rei degli avam­po­sti comu­ni­sti, oltre al “Sole 24 Ore” e al “Corriere del­la sera”). Di Pietro inve­ce ha chie­sto le dimis­sio­ni imme­dia­te del pre­mier (non si capi­sce in base a qua­le prin­ci­pio, dato che è sta­to demo­cra­ti­ca­men­te elet­to e qua­lun­que cit­ta­di­no fin­ché non ha una sen­ten­za pas­sa­ta in giu­di­ca­to, secon­do la leg­ge, è da con­si­de­rar­si giu­sta­men­te innocente).

Forse sareb­be meglio abbas­sa­re tut­ti un atti­mo il tono del­la voce, pen­san­do meglio a ciò che si ha da dire. Intanto oggi è un gior­no da festeg­gia­re per­ché cer­ti idea­li sono anco­ra lì al loro posto. A pre­scin­de­re dal­la par­te poli­ti­ca a cui si appartiene.

I commenti sono chiusi.