E se Cristo fosse tra noi?

Orlando Vuono,

God blanck&whiteCosa fareb­be Gesù Cristo se fos­se vivo, oggi? Una doman­da che sti­mo­la la fan­ta­sia… Per esem­pio, avreb­be un pro­fi­lo Facebook (come Ratzinger, del resto) col qua­le dif­fon­de­re i mes­sag­gi di fede? Twitterebbe? Per qua­le squa­dra di cal­cio fareb­be il tifo? Avrebbe l’iPad? E se sì, ascol­te­reb­be can­ti gre­go­ria­ni o La buo­na novel­la di De André? Ancora: cosa pen­se­reb­be di fecon­da­zio­ne assi­sti­ta, di abor­to, di Dico?

Ogni let­to­re si dia la rispo­sta che vuo­le, ma nes­su­na avreb­be mol­to valo­re: nes­su­no – ateo o cre­den­te che sia – può dire con cogni­zio­ne di cau­sa se Gesù si adat­te­reb­be ai tem­pi. E inve­ce in que­sti gior­ni sco­pria­mo che un uomo che può aiu­tar­ci esi­ste! Fa par­te del­la gran­de fami­glia cri­stia­na, quin­di cono­sce bene la vita del pro­fe­ta di Nazareth. Anzi, benis­si­mo, dato che di pro­fes­sio­ne fa il pre­sbi­te­ro. Nel tem­po libe­ro, poi, fa anche l’imprenditore e allo­ra chi meglio di lui potreb­be illu­mi­nar­ci? La sua cono­scen­za non è radi­ca­ta solo nel­la tra­di­zio­ne, ma anche nel­la moder­ni­tà. Insomma, Luigi Maria Verzé è l’uomo che fa per noi.

A chi non lo cono­sce, basti sape­re che si trat­ta del fon­da­to­re dell’Ospedale San Raffaele di Milano e dell’Università Vita-Salute San Raffaele, non­ché  diret­to­re di alcu­ni perio­di­ci di medi­ci­na e auto­re di libri, qua­li Che cosa è l’uomo, La fede si fa Opera, Il cari­sma del dena­ro.

Chi lo cono­sce, inve­ce, pro­ba­bil­men­te stor­ce­rà il naso e obiet­te­rà: ma come pos­sia­mo fidar­ci di uno che ha defi­ni­to Fidel Castro «un grand’uomo» e che sta­va strin­gen­do accor­di con Gheddafi per por­ta­re il San Raffaele in Libia? Di un uomo che è sta­to con­dan­na­to, negli anni Settanta, per ten­ta­ta cor­ru­zio­ne e che oggi è inda­ga­to per ban­ca­rot­ta fraudolenta?

Dio Michelangelo Cappella SistinaLa fede è fede. E chi ci dice che Gesù non fareb­be lo stes­so? Dopotutto il lega­me tra don Verzé e il Nazareno non è così cam­pa­to in aria. Anzi, tra qual­che decen­nio for­se, insie­me alle let­te­re apo­sto­li­che, in Chiesa potre­mo udi­re anche la let­te­ra di don Verzé ai pm, usci­ta in que­sti gior­ni, del­la qua­le vale la pena di cita­re l’inci­pit:

«Ai Signori Pubblici Ministeri
Al Consiglio di Amministrazione
Ai Giornalisti

Non leg­go da mesi la stam­pa: ho pen­sa­to di fare come Gesù Cristo che, dopo aver gua­ri­to tan­ti amma­la­ti e dopo aver­ci dona­to una dot­tri­na sal­va­tri­ce fu arre­sta­to, calun­nia­to e con­dan­na­to alla cro­ce: non si è dife­so. Ma sono sta­to pre­ga­to di leg­ge­re una ras­se­gna stam­pa e oggi non pos­so più tace­re, con il rischio che il mio silen­zio dan­neg­gi molti».

Ecco quin­di una pri­ma rispo­sta: Gesù Cristo pro­ba­bil­men­te sareb­be sta­to inqui­si­to e si sareb­be rifiu­ta­to di leg­ge­re i gior­na­li. In effet­ti, a pen­sar­ci bene, il gio­va­not­to era un po’ ribel­le, con quel­la mania di tra­sgre­di­re le rego­le del­la fisi­ca e del­la socie­tà. D’altronde, se fu inqui­si­to ai suoi tem­pi da Pilato, per­ché non potreb­be esse­re per­se­gui­ta­to anche da qual­che magi­stra­to ai tem­pi nostri?

E allo­ra leg­gia­mo anco­ra, dal­la let­te­ra di don Verzé ai pm:

«Confido di ave­re anche la for­za (fisi­ca) di affron­ta­re dinan­zi a tut­ti que­sto pas­so al qua­le non ho inten­zio­ne di sot­trar­mi. Concludo: ora so cosa signi­fi­ca esse­re con Cristo tem­pe­sta­to da insul­ti, sul­la cro­ce. Fa par­te del mio pro­gram­ma sacer­do­ta­le».

Amen.

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