Sono tempi duri, tempi di crisi. Bisogna cercare nuove strade per uscire da questo tunnel e ciascuno sceglie la sua. C’è chi investe nell’istruzione, come gli Stati Uniti (7,6% del Pil dedicato a ricerca, suola e università) e chi non reputa questa una priorità, come l’Italia (4,5%del Pil).
Angel Gurria, segretario generale dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo) ha evidenziato un trend globale: il potenziamento del livello d’istruzione, allo scopo di formare nuove generazioni più competenti e preparate. Per questo oggi quasi ovunque «l’istruzione rappresenta un grosso capitolo della spesa pubblica». Ovunque tranne che in Italia, dove il governo ha deciso di non investire per sviluppare il potenziale di crescita a lungo termine del Paese.
C’è però una buona notizia: un nuovo disegno di legge, protocollo firmato dall’Ufficio scolastico regionale della Lombardia col Comando militare dell’esercito, scritto apposta per farci sorridere. L’innovazione si chiama “Allenati per la vita” e ricorda molto i programmi scolastici di settant’anni fa. Di cosa si tratta? Un corso scolastico con pratiche militari, consistente in venticinque ore di lezione teorica e una parte pratica. Il corso sarà facoltativo per gli studenti dei licei lombardi e varrà un credito formativo aggiuntivo in pagella. Gli educatori saranno prevalentemente ex militari.
Approfondiamo i contenuti del corso: si legge nella presentazione del progetto che per formare i ragazzi in «cultura militare» essi studieranno le «regole d’ingaggio», e le «tecniche militari operative» con un focus sugli «armamenti, mezzi ed equipaggiamenti dell’esercito». La chicca sta nell’apprendere la «difesa nucleare, batteriologica e chimica». Il liceale imparerà a destreggiarsi in percorsi su strada sterrata con mezzi della Protezione Civile, il tiro con l’arco e giochi di squadra con pistole ad aria compressa.
A questo punto viene naturale domandarsi cosa c’entri la conoscenza del munizionamento di un’arma da fuoco con la crescita di buoni cittadini. Che senso ha affiancare ad attività formative quali il primo soccorso esercizi para-militari? Visto il decadimento della nostra pubblica istruzione, siamo proprio sicuri che sia questa la priorità dell’Italia? Evidentemente i ministeri dell’Istruzione e della Difesa credono di sì.
L’educazione alla pace, alla solidarietà tra i popoli, al ripudio della guerra e di ogni altra forma di violenza sono doveri sanciti dalla nostra Costituzione, doveri che da questo progetto vengono messi su un piano ancor più basso dell’istruzione stessa. Se lo stato delle cose è questo non è per noncuranza, ma per precisa volontà politica. Se il popolo dev’essere asino forse sarebbe meglio che almeno fosse innocuo.
Nicolò Cambiaso
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