La rivoluzione

Marta Manzoni,

Oliviero ToscaniSistema l’audio e abbas­sa il caval­let­to: va sem­pre posi­zio­na­to all’altezza degli occhi affin­ché l’intervista sia rea­li­sti­ca, mi ammo­ni­sce. Se a dir­lo è Oliviero Toscani, ci fidiamo.

Se non aves­se fat­to il foto­gra­fo, che lavo­ro avreb­be scelto?

Io non ho scel­to di fare il foto­gra­fo. Mio padre era foto­gra­fo e così sono diven­ta­to foto­gra­fo anch’io. Mi sareb­be pia­ciu­to fare l’architetto, l’avventuriero, il gio­ca­to­re di poker, il gigo­lo. L’importante è l’impegno, non quel­lo che fai, ma come lo fai. Non sareb­be sta­to male fare il gigo­lo come ho fat­to il fotografo.

Quando andrà in pen­sio­ne scap­pe­rà su un’isola deserta?

Io sono già in pen­sio­ne. Non ho mai fat­to vacan­za né voglio far­ne per­ché il mio lavo­ro mi pia­ce. Quelli che voglio­no fare vacan­za sono le per­so­ne che non apprez­za­no quel­lo che fan­no. Ho sem­pre viag­gia­to ma la mia vacan­za pre­fe­ri­ta è nel­la mia casa, ho sem­pre volu­to vive­re dove vivo e in nes­sun altro posto al mon­do. Le iso­le non mi piac­cio­no per­ché non si può scappare.

Qual è il suo rimpianto?

Non esi­ste. Mia non­na dice­va: «Non sogna­re mai le cose che non riu­sci­rai a fare per­ché altri­men­ti sarai fru­stra­to». Io sono un pri­vi­le­gia­to, non mi sono mai lamen­ta­to e cre­do che la cosa più bel­la sia “fare”: solo così si ha gra­ti­fi­ca­zio­ne nel­la vita. Bisogna vive­re in costan­te con­di­zio­ne di insi­cu­rez­za per esse­re crea­ti­vi: la sicu­rez­za è banalità.

Lei ave­va un gior­na­le: Colors. Su cosa scri­ve­reb­be il suo pros­si­mo articolo?

Il mio sogno è quel­lo di diri­ge­re un quo­ti­dia­no a tira­tu­ra mon­dia­le, nel qua­le scri­ve­rei del­la con­di­zio­ne uma­na, di arte e di politica.

Le sue foto sono sta­te cen­su­ra­te per­ché con­si­de­ra­te trop­po dure…

Le imma­gi­ni sono solo la docu­men­ta­zio­ne del­la real­tà che ci cir­con­da, che spes­so è mol­to pro­ble­ma­ti­ca. Fino a quan­do la nascon­dia­mo e non la affron­tia­mo, non cre­sce­re­mo mai.

Perché s’investe sem­pre meno nel sociale?

Tutto è socia­le, anche se pri­ma c’era più qua­li­tà men­tre ora il socia­le è “imbe­cil­men­te” socia­le, man­ca la qua­li­tà. Adesso c’è Lady Gaga, ai miei tem­pi c’era Bob Dylan. È que­sta la dif­fe­ren­za tra la mia gene­ra­zio­ne e la vostra. Ed è solo col­pa vostra.

Cosa pen­sa d’internet?

Credo che abbia­te per­so la rela­zio­ne diret­ta con l’umanità e la vita. Tutto è media­to attra­ver­so il pc e la tec­no­lo­gia vi ren­de sem­pre più pigri a livel­lo crea­ti­vo e men­ta­le. Siete rim­be­cil­li­ti, come dro­ga­ti, come gli astro­nau­ti: vaga­te col vostro pc nel­lo spa­zio ma non fate nien­te. Siete suc­cu­bi, pas­si­vi di ciò che qualcun’altro ha crea­to per voi.

Ha qual­co­sa da dire ai ragaz­zi di Sintesi, che han­no tan­ta buo­na volontà?

Lo vedo… fate la rivo­lu­zio­ne! Spargete un po’ di san­gue! Hanno fato la rivo­lu­zio­ne i mes­si­ca­ni, i fran­ce­si e gli ingle­si, ora fate­la in Italia! Non una rivo­lu­zio­ne da bri­ga­ti­sti ros­si né da poli­ti­ci, ma fate in modo che non sia più il dena­ro a deci­de­re del­la vostra vita. Dev’essere l’aria fre­sca, le rela­zio­ni – anche il ses­so sareb­be inte­res­san­te – ma non pren­de­te mai deci­sio­ni in base all’economia e ai sol­di. Io sto aspet­tan­do che abbia­te un’idea per­ché voi gio­va­ni non ne ave­te. Io ascol­to anco­ra la musi­ca dei miei tem­pi e ne ho pie­ne le pal­le di Leonardo da Vinci, dei Beatles e dei Rolling Stone. L’Italia è un pae­se di mer­da dal pun­to di vista poli­ti­co, non c’è Paese più di mer­da dell’Italia, abi­ta­to da per­so­ne più di mer­da. Poi ci sono indi­vi­dui fan­ta­sti­ci, genia­li, che sono quel­li che sal­va­no il Paese. L’Italia però non aiu­ta que­ste per­so­ne, ma quel­li che voglio­no esse­re assi­sti­ti. È un Paese che non fun­zio­na. Ragazzi date­vi da fare: sono qua che aspet­to di vede­re qual­co­sa d’interessante.

Qual è la don­na più bel­la del mondo?
La mia.

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