Non utile, non vantaggioso, non interessante. A nulla serve e nulla dice. Solo una manciata di parole pescate alla rinfusa da un angolo di cuore e scagliate nel monitor da uno che parole non sa e che parole non scrive. Nessuno scopo, né senso, né tempo. Perché batto le dita sulla tastiera usurata sognando un ipotetico lettore? Un lettore che non c’è; ma che – se anche ci fosse – quantomeno si aspetterebbe un pensiero, concorde o discorde non ha importanza, ma almeno un pensiero. Perché mi ostino a insozzare questa pagina quando nulla ho da dire? Mi sembra giusto fare presente a chi fosse dall’altra parte dello schermo che questo post non esiste e non sarà pubblicato. Non è online e tu non lo stai leggendo: perché non afferma nulla, nulla di nulla. Ma neanche parla del nulla, che già sarebbe parlare di qualcosa. Questo post non parla, perché non ha pensieri, non ha inizio, fine, tesi, non ha punti importanti, non ha un autore né un lettore; probabilmente è un virus nel computer: formattare! formattare! formattare! Niente paura, come viene così va e non lascia tracce, non guarda in faccia nessuno e non si fa ricordare. Non un senso, non una verità, non un’ idea.
Cosa stai facendo? Lo stai ancora leggendo! Sì non posso sbagliarmi, tu lo stai leggendo; ma non devi, non serve, non farlo, stai buttando via il tuo tempo, fidati, te lo dice lo stesso testo che hai davanti. Capisco la situazione, la confusione. Rinfresca un attimo le idee, staccati dal computer e fai dell’altro, qualsiasi cosa: mangia lava studia compra leggi gioca bacia piangi ridi corri guarda compra ascolta salta muori sputa rompi ama rotola vola cadi parla compra lavora lamentati dimentica arrenditi pensa scrivi inventa compra ancora… ma fai qualcosa, qualsiasi cosa, che sia concreta, che sia rispettabile, che sia, sia, sia ma falla!
Questo post è inutile, inutilizzabile, non spendibile, intoccabile, non acquistabile né rivendibile, non migliorabile purtroppo. Eppure sei arrivato fino alla fine di un testo che non è stato scritto né pubblicato, né letto. Forse allora – tu l’hai capito – questo foglio macchiato, questo sentimento insensato, quest’appello lanciato nel vuoto e perso nel buio, ti ha colpito e spinto a non fare tutte le cose che potevi, nel tempo di questa lettura che non c’è stata. Tu forse l’hai compreso, l’hai sentito, l’hai penetrato a tal punto da renderti conto che, per il fatto stesso di essere così estraneo al mondo, fuori dagli schemi, è intriso di umanità, di cuore, di sentimenti, di anima, di vita. Averlo letto fino alla fine, di un fiato, senza punti, senza virgole, senza se senza ma, è stato – come dire – bello. Questo “non-testo” è così e basta, è nato dal nulla e al nulla ritorna, ma poteva essere in mille altri modi e maniere, con mille altre parole e mille altre mani a scriverlo e occhi a leggerlo. Il suo unico valore è il senso che non c’è. Bada, non ti prendo in giro e ormai l’avrai capito anche tu. È stato un gran privilegio aver letto qualcosa che non è qualcosa, un testo che non vuole comunicare o affermare niente; un testo così non capita tutti i giorni e su tutti i siti, un testo che è solamente uno specchio, di se stesso, di te stesso e dell’umanità. Hai sprecato il tuo tempo, minuti che dovevano essere usati, investiti, d’altronde il tempo è denaro; la lettura non è stata fruttuosa, non è condivisibile. Ma è solo tua: tua che l’hai rincorsa cercandovi un significato che già era in te; perché capivi che al di là dei fatti e delle parole c’era una scintilla, un di più, che non ha prodotto nulla, ma ti ha fatto sentire Uomo per quei pochi minuti.
L’autore si chiede quante volte ci fermiamo a pensare a noi. Quante volte ci ricordiamo di non essere solo lavoro, doveri, oggetti, vestiti, belle maniere, apparenze? Quand’è l’ultima volta che sei rimasto rapito dal colore di un fiore, dall’immensità del cielo, dal rumore della pioggia o dall’odore dell’erba? Quando arriverà il momento di riflettere su cosa per te ha davvero valore, importanza, essenza, dignità? Forse ora?
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