Prendere un pizzico di “complottismo”, aggiungere un cucchiaio di “letteratura anti-qualcosa”, mescolare con una citazione alla rinfusa e voilà, il pezzo sul “terrorismo alimentare” è pronto. Dario Bressanini, ricercatore universitario presso il dipartimento di Scienze chimiche dell’Università degli studi dell’Insubria, ha dato prova nel suo ultimo libro (“Pane e bugie”, Chiarelettere Editore) di come l’informazione possa essere manipolata a fini politici, di consenso o di marketing. Spesso infatti l’alfabetizzazione scientifica del consumatore medio è piuttosto bassa, finendo per creare falsi allarmi e ridicole preoccupazioni. Ecco un estratto simpatico e illuminante.
«Nel nostro Paese ancora non se parla molto. Le associazioni ambientaliste nostrane forse lo ritengono un argomento secondario, ma all’estero la consapevolezza riguardo ai percoli di questa sostanza sta montando rapidamente. Sto parlando del monossido di diidrogeno. Come il suo cugino, il temibile monossido di carbonio, questa sostanza è incolore, inodore, insapore e uccide svariate migliaia di persone ogni anno. Un libro recente, “Chemistry, health and environment”, riassume bene il problema spiegando che il monossido di diidrogeno o DHMO, usato ampiamente nelle centrali nucleari e come solvente industriale, è il componente principale delle piogge acide, è uno dei responsabili dell’effetto serra, contribuisce all’erosione del suolo e dei paesaggi naturali. È presente nelle falde acquifere, dove penetra tramite la pioggia, arriva nelle nostre case, entra nelle nostre cucine dai rubinetti e finisce nei nostri cibi. Può causare ustioni anche gravi e ne è stata trovata traccia all’interno delle cellule tumorali. Per fortuna alcuni alimenti come l’olio extravergine di oliva ne sono privi, ma è presente nel latte che compriamo dalla grande distribuzione.
Perché nessuno fa nulla? Oggi alcuni studiosi sostengono che bandire dal commercio il monossido di diidrogeno avrebbe conseguenze gravissime per l’economia mondiale, ma c’è chi insinua che questi esperti siano troppo vicini alle posizioni dell’Organizzazione mondiale del commercio per essere credibili. Addirittura alcuni di loro hanno contratti di consulenza per grandi multinazionali. Forse la situazione diventa più chiara se consideriamo che la sostanza viene ampiamente utilizzata nella produzione di Coca-Cola e di altre bevande gassate. È ovvio che le multinazionali alimentari, specialmente americane, non possono permettere che sia messa al bando».
Si tratta di una burla, ovviamente. Il monossido di diidrogeno è volgarmente chiamato… acqua. Eppure per il lettore non specializzato è difficile valutare criticamente le affermazioni riportate. Nell’estratto non c’è una sola notizia falsa: l’acqua contribuisce all’effetto serra, è un solvente industriale, è usata nelle centrali nucleari, è presente nelle cellule tumorali così come in tutte le altre cellule. Migliaia di persone muoiono ogni anno a causa dell’acqua: affogate, ustionate e così via. Tuttavia il testo è ingannevole perché è stato costruito in modo da presentare solo alcuni fatti e nasconderne altri, col preciso scopo di fuorviare. Moltissima informazione pseudo-veritiera è costruita in questo modo, omettendo alcuni elementi ed evitando di contestualizzare le affermazioni. Un altro “trucco” consiste nell’evitare di menzionare gli aspetti positivi correlati all’impiego di un certo prodotto: venendo a mancare una corretta analisi dei costi e dei benefici, si sbilancia l’opinione del lettore e non si forniscono sufficienti strumenti perché possa decidere da solo. In tutto ciò la “chemofobia”, ovvero l’avversione verso termini scientifici dal suono sgradevole e minaccioso, non può che rendere i testi di pseudo-scienza ancora più verosimili.
La soluzione? Consapevolezza. Quando si sente parlare di Ogm (con particolare riferimento alla temibile nonchè inesistente “fragola-pesce”), di energia nucleare, di effetto serra, di inceneritori e discariche, è buona norma stare in guardia da un uso deliberatamente fazioso di paroloni scientifici e soffermarsi sull’attendibilità di ciò che si sta leggendo. Non vorremo mica privarci del buon sapore di un’arancia perché contiene acido L-ascorbico (banale vitamina C)?