La pseudoscienza

Erica Petrillo,

FragolaPrendere un piz­zi­co di “com­plot­ti­smo”, aggiun­ge­re un cuc­chia­io di “let­te­ra­tu­ra anti-qual­co­sa”, mesco­la­re con una cita­zio­ne alla rin­fu­sa e voi­là, il pez­zo sul “ter­ro­ri­smo ali­men­ta­re” è pron­to. Dario Bressanini, ricer­ca­to­re uni­ver­si­ta­rio pres­so il dipar­ti­men­to di Scienze chi­mi­che dell’Università degli stu­di dell’Insubria, ha dato pro­va nel suo ulti­mo libro (“Pane e bugie”, Chiarelettere Editore) di come l’informazione pos­sa esse­re mani­po­la­ta a fini poli­ti­ci, di con­sen­so o di mar­ke­ting. Spesso infat­ti l’alfabetizzazione scien­ti­fi­ca del con­su­ma­to­re medio è piut­to­sto bas­sa, finen­do per crea­re fal­si allar­mi e ridi­co­le pre­oc­cu­pa­zio­ni. Ecco un estrat­to sim­pa­ti­co e illuminante.

«Nel nostro Paese anco­ra non se par­la mol­to. Le asso­cia­zio­ni ambien­ta­li­ste nostra­ne for­se lo riten­go­no un argo­men­to secon­da­rio, ma all’estero la con­sa­pe­vo­lez­za riguar­do ai per­co­li di que­sta sostan­za sta mon­tan­do rapi­da­men­te. Sto par­lan­do del monos­si­do di dii­dro­ge­no. Come il suo cugi­no, il temi­bi­le monos­si­do di car­bo­nio, que­sta sostan­za è inco­lo­re, ino­do­re, insa­po­re e ucci­de sva­ria­te miglia­ia di per­so­ne ogni anno. Un libro recen­te, “Chemistry, health and envi­ron­ment”, rias­su­me bene il pro­ble­ma spie­gan­do che il monos­si­do di dii­dro­ge­no o DHMO, usa­to ampia­men­te nel­le cen­tra­li nuclea­ri e come sol­ven­te indu­stria­le, è il com­po­nen­te prin­ci­pa­le del­le piog­ge aci­de, è uno dei respon­sa­bi­li dell’effetto ser­ra, con­tri­bui­sce all’erosione del suo­lo e dei pae­sag­gi natu­ra­li. È pre­sen­te nel­le fal­de acqui­fe­re, dove pene­tra tra­mi­te la piog­gia, arri­va nel­le nostre case, entra nel­le nostre cuci­ne dai rubi­net­ti e fini­sce nei nostri cibi. Può cau­sa­re ustio­ni anche gra­vi e ne è sta­ta tro­va­ta trac­cia all’interno del­le cel­lu­le tumo­ra­li. Per for­tu­na alcu­ni ali­men­ti come l’olio extra­ver­gi­ne di oli­va ne sono pri­vi, ma è pre­sen­te nel lat­te che com­pria­mo dal­la gran­de distribuzione.

Perché nes­su­no fa nul­la? Oggi alcu­ni stu­dio­si sosten­go­no che ban­di­re dal com­mer­cio il monos­si­do di dii­dro­ge­no avreb­be con­se­guen­ze gra­vis­si­me per l’economia mon­dia­le, ma c’è chi insi­nua che que­sti esper­ti sia­no trop­po vici­ni alle posi­zio­ni dell’Organizzazione mon­dia­le del com­mer­cio per esse­re cre­di­bi­li. Addirittura alcu­ni di loro han­no con­trat­ti di con­su­len­za per gran­di mul­ti­na­zio­na­li. Forse la situa­zio­ne diven­ta più chia­ra se con­si­de­ria­mo che la sostan­za vie­ne ampia­men­te uti­liz­za­ta nel­la pro­du­zio­ne di Coca-Cola e di altre bevan­de gas­sa­te. È ovvio che le mul­ti­na­zio­na­li ali­men­ta­ri, spe­cial­men­te ame­ri­ca­ne, non pos­so­no per­met­te­re che sia mes­sa al bando».

Si trat­ta di una bur­la, ovvia­men­te. Il monos­si­do di dii­dro­ge­no è vol­gar­men­te chia­ma­to… acqua. Eppure per il let­to­re non spe­cia­liz­za­to è dif­fi­ci­le valu­ta­re cri­ti­ca­men­te le affer­ma­zio­ni ripor­ta­te. Nell’estratto non c’è una sola noti­zia fal­sa: l’acqua con­tri­bui­sce all’effetto ser­ra, è un sol­ven­te indu­stria­le, è usa­ta nel­le cen­tra­li nuclea­ri, è pre­sen­te nel­le cel­lu­le tumo­ra­li così come in tut­te le altre cel­lu­le. Migliaia di per­so­ne muo­io­no ogni anno a cau­sa dell’acqua: affo­ga­te, ustio­na­te e così via. Tuttavia il testo è ingan­ne­vo­le per­ché è sta­to costrui­to in modo da pre­sen­ta­re solo alcu­ni fat­ti e nascon­der­ne altri, col pre­ci­so sco­po di fuor­via­re. Moltissima infor­ma­zio­ne pseu­do-veri­tie­ra è costrui­ta in que­sto modo, omet­ten­do alcu­ni ele­men­ti ed evi­tan­do di con­te­stua­liz­za­re le affer­ma­zio­ni. Un altro “truc­co” con­si­ste nell’evitare di men­zio­na­re gli aspet­ti posi­ti­vi cor­re­la­ti all’impiego di un cer­to pro­dot­to: venen­do a man­ca­re una cor­ret­ta ana­li­si dei costi e dei bene­fi­ci, si sbi­lan­cia l’opinione del let­to­re e non si for­ni­sco­no suf­fi­cien­ti stru­men­ti per­ché pos­sa deci­de­re da solo. In tut­to ciò la “che­mo­fo­bia”, ovve­ro l’avversione ver­so ter­mi­ni scien­ti­fi­ci dal suo­no sgra­de­vo­le e minac­cio­so, non può che ren­de­re i testi di pseu­do-scien­za anco­ra più verosimili.

La solu­zio­ne? Consapevolezza. Quando si sen­te par­la­re di Ogm (con par­ti­co­la­re rife­ri­men­to alla temi­bi­le non­chè ine­si­sten­te “fra­go­la-pesce”), di ener­gia nuclea­re, di effet­to ser­ra, di ince­ne­ri­to­ri e disca­ri­che, è buo­na nor­ma sta­re in guar­dia da un uso deli­be­ra­ta­men­te fazio­so di paro­lo­ni scien­ti­fi­ci e sof­fer­mar­si sull’attendibilità di ciò che si sta leg­gen­do. Non vor­re­mo mica pri­var­ci del buon sapo­re di un’arancia per­ché con­tie­ne aci­do L-ascor­bi­co (bana­le vita­mi­na C)?

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