Diamo i numeri

Erica Petrillo,

Numeri«La mate­ma­ti­ca non è un’opinione». Con que­sta fra­se lapi­da­ria la mia mae­stra era soli­ta man­da­re al posto – con tan­to di quat­tro sul libret­to – i bam­bi­ni che non ave­va­no tan­ta dime­sti­chez­za con i cal­co­li. Benché mor­ti­fi­ca­ti dal votac­cio, tut­ti rece­pi­va­mo un mes­sag­gio impor­tan­te: le rispo­ste del­la mate­ma­ti­ca non sono suscet­ti­bi­li d’interpretazione, i nume­ri sono bian­chi o neri, mai gri­gi. Questa veri­tà ha tan­to più valo­re oggi, in un’epoca in cui il cit­ta­di­no comu­ne è let­te­ral­men­te in balia di noti­zie che si con­trad­di­co­no l’un l’altra. Kevin Kelly, fon­da­to­re del­la rivi­sta Wired, in un arti­co­lo su Internazionale scri­ve­va a que­sto pro­po­si­to: «per ogni infor­ma­zio­ne che tro­vo c’è qual­cu­no pron­to a dire il con­tra­rio. Ogni dato ha il suo anti-dato. Non ho più certezze».

«Perfortuna ci sono i nume­ri – si potreb­be dire – che ci sal­va­no da que­sto mon­do d’insicurezza!». Eppure ciò che è acca­du­to ieri in Piazza San Giovanni a Roma sem­bra affer­ma­re il con­tra­rio. Alla mani­fe­sta­zio­ne del cen­tro-destra, for­te­men­te volu­ta dal pre­mier, han­no par­te­ci­pa­to un milio­ne di per­so­ne secon­do gli orga­niz­za­to­ri, 150mila secon­do la Questura. Tralasciando per un momen­to le gra­vi rive­la­zio­ni sui mani­fe­stan­ti ingag­gia­ti a paga­men­to, la discre­pan­za tra le cifre non può lascia­re indif­fe­ren­ti. Ancora più discu­ti­bi­le è il modo con cui tale even­to vie­ne coper­to dal­le prin­ci­pa­li testa­te nazio­na­li: il Corriere del­la Sera taglia com­ple­ta­men­te gli inter­ven­ti dei nume­ro­si poli­ti­ci pre­sen­ti, lascian­do spa­zio solo alla pole­mi­ca sui nume­ri. La Repubblica non è da meno e l’articolo sul cor­teo è addi­rit­tu­ra cor­re­da­to da un foto-rac­con­to anti Pdl. D’altro can­to Libero – non è dif­fi­ci­le imma­gi­nar­lo – cele­bra «Berlusconi più gran­de di Giulio Cesare» sen­za accen­na­re nem­me­no ai dati nume­ri­ci for­ni­ti dal­la Questura.

Come al soli­to, in que­sto car­ne­va­le peren­ne che è la poli­ti­ca ita­lia­na, anche le cer­tez­ze mate­ma­ti­che ven­go­no mes­se in discus­sio­ne: sfo­glian­do quo­ti­dia­ni diver­si, si dispie­ga­no davan­ti a noi real­tà oppo­ste, un uni­ver­so di Italie paral­le­le­le accu­mu­na­te dal fat­to di esse­re oppor­tu­ni­ste e in decli­no. Come deve com­por­tar­si chi quel 20 Marzo non era in Piazza San Giovanni? Senza un’informazione affi­da­bi­le e indi­pen­den­te mol­ti ita­lia­ni fini­ran­no anco­ra una vol­ta per affi­dar­si in manie­ra aprio­ri­sti­ca, acco­glien­do a brac­cia aper­te ideo­lo­gie e posi­zio­ni pre­con­cet­te che rac­con­ta­no solo ciò che fa più pia­ce­re sen­ti­re. Ma se qual­cu­no voles­se la veri­tà, dove deve anda­re a bussare?

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