È di questi giorni la notizia della riedizione di uno dei capisaldi del pensiero misogino italiano, firmato dalla penna del discutibile criminologo veronese Cesare Lombroso: “La donna delinquente, la prostituta e la donna normale”; un titolo, un programma (Et Al Editore). Le bizzarrie del testo, edito per la prima volta nel 1893 e accolto con entusiasmo dalla critica internazionale, per certi versi sono consolatorie. Leggere che «se la criminalità femminile è molto meno diffusa di quella maschile, dipende dal fatto che le donne sono più deboli e stupide degli uomini», non solo fa sorridere, ma ridimensiona la recente polemica sul ruolo di “grechina” della donna italiana, per usare l’espressione di Lorella Zanardo, autrice del documentario “Il corpo delle donne”.
Per quanto la dignità delle Italiane sia stata messa a dura prova dai fatti di questi mesi, nessuno nel mondo occidentale, all’alba del 2010, darebbe più credito alla tesi secondo cui «durante le mestruazioni nulla è più frequente che la menzogna, unita con la cattiveria e l’astuzia, le sleali maldicenze, le delazioni calunniose, le trame perfide, l’invenzione di favole». Tiriamo quindi un sospiro di sollievo. O meglio, per metà. In questi giorni infatti una delle principali associazioni di reduci americani, la Iava (Iraq and Afghanistan veterans of America), ha pubblicato un rapporto che approfondisce la situazione dei militari donne nelle Forze armate degli Stati Uniti. Il quadro che ne emerge ha dello sconcertante. «Un terzo delle militari — ma secondo fonti indipendenti sono molte di più — denuncia di aver subìto abusi sessuali mentre era in servizio: la maggior parte degli aggressori erano loro superiori e non sono mai stati processati. Le donne hanno maggiore difficoltà nell’accesso alle cure sanitarie: solo il 14% delle cliniche per i reduci ha strutture specializzate in problematiche femminili. Infine le ex militari hanno più difficoltà ad accedere al mercato del lavoro e ad avere una vita stabile: a parità di incarico guadagnano in media 10mila dollari l’anno meno dei maschi, il 6% sono senza casa e il 23% delle veterane homeless ha un figlio minorenne a carico».
Rendersi conto che l’uguaglianza di opportunità troppo spesso è garantita solo sulla carta, deve farci riflettere. A maggior ragione considerando che il problema non riguarda solo l’Italia, Paese in perenne ritardo con la modernità, ma contagia anche gli Stati Uniti che, per primi nella storia, si sono dotati di una Costituzione. Come donna, “delinquente, prostituta e donna normale”, mi auguro che tra 50 anni le figlie delle mie figlie imbattendosi nel rapporto 2007 della Iava possano sorriderne, come oggi noi facciamo con il testo del Lombroso.